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L'ULTIMO ARRIVATO

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Parola d'ordine pazienza per il terza linea azzurro Ross Vintcent, fresco di esordio internazionale in questa edizione del Guinness Sei Nazioni.

Il debutto del terza linea dell'Italia è arrivato dalla panchina a Dublino contro l'Irlanda e poi, nel turno successivo, è arrivata la prima anche da titolare nel drammatico pareggio 13-13 contro la Francia alla terza giornata, in attesa di vedere se ci sarà una terza occasione anche contro la Scozia, in quella che potrebbe diventare la sua prima uscita casalinga.

Detto ciò, è la pazienza la parola chiave sin dall'inizio, e persino la tecnologia è intervenuta nella lettura del suo nome tra quelli selezionati nella sua prima spedizione al Sei Nazioni dal neo tecnico Gonzalo Quesada.

“Non avevo idea che sarei stato chiamato - dice il diretto interessato -. Non c'era stata molta comunicazione tra me e Gonzalo, ma mi ha mandato un messaggio all'inizio dell'anno dicendomi di continuare a lavorare duramente. E' tutto quello che ci siamo detti prima dell'uscita dei convocati. Poi il team manager, Giovanbattista Venditti, mi ha mandato un messaggio di congratulazioni dicendomi di controllare la mia casella di posta nella mezz'ora successiva e che avrei dovuto ricevere qualcosa e in effetti è arrivata e c'era il mio nome. Ovviamente ero molto contento e la prima cosa che ho fatto è stata chiamare i miei genitori".

LA SCOZIA ATTENDE

La formazione scozzese allenata da Gregor Townsend arriverà allo Stadio Olimpico di Roma con la confidenza di aver riconquistato la Calcutta Cup nell'ultima giornata.

Gli highlanders si sono imposti a Murrayfield per 30-21 ottenendo il quarto successo consecutivo sui rivali storici, un risultato che mancava dagli anni '90 dell'Ottocento.

L'ultima vittoria dell'Italia sulla Scozia è del 2015, mentre la più recente tra le mura amiche è il 13-6 del 2012.

Nello stesso turno, l'Italia è andata vicinissima alla sua prima vittoria in Francia nel Sei Nazioni, con il calcio all'ultimo minuto tentato da Paolo Garbisi che si è infranto contro il palo, terminando l'incontro in perfetta parità. Un risultato frustrante per certi versi, ma la squadra è consapevole delle proprie capacità e vorrà subito tornare in campo per far vedere il nuovo livello di fiducia conquistato.

“I ragazzi hanno una gran voglia di giocare, abbiamo avuto la possibilità di recuperare le energie e le gambe sono fresche, pertanto non vediamo l'ora di scendere in campo. Allo stesso tempo, è giusto passare attraverso il nostro processo, fare i compiti a casa, sistemare le cose e iniziare a costruire in vista di sabato. Dopo quella partita con la Francia, non mi è dispiaciuto il fatto di avere un fine settimana libero, perché il corpo aveva bisogno di un po' di recupero. Dopo che hai un po' annusato, per così dire, certi momenti, vorresti giocare sempre e quindi è un po' frustrante non poterlo fare, ma il corpo sicuramente ne sarà grato. E' un passo enorme e si è fatto sentire sul fiato. Lo stesso vale per fisicità, alcuni giocatori francesi non possono di certo essere descritti come piccoli. Spero solo di avere ancora delle opportunità".

NONNO ORGOGLIOSO

Vintcent, nato in Sudafrica, è eleggibile per l'Italia grazie al nonno materno, originario della Sicilia.

E poi va ringraziato il fratello di uno dei suoi compagni di nazionale per averlo portato all'interno del sistema italiano. Nel suo ultimo anno alla Bishop’s School di Città del Capo, il fratello più grande di Sebastian Negri, Tom, lo ha chiamato e gli ha chiesto cosa ne pensasse di un trasferimento in Italia.

Quando il Covid-19 ha fatto chiudere l'anno scolastico in anticipo nel 2020, ha avuto la possibilità di effettuare il grande salto entrando in Accademia, dove a suo dire si è "innamorato dell'Italia e della sua cultura".

La sua base per un anno e mezzo circa è stata Remedello, nel nord Italia in provincia di Brescia, per poi trasferirsi per un anno a Parma, dove ha fatto parte della formazione delle Zebre nello United Rugby Championship (URC).

Il ventunenne ha anche disputato un totale di nove incontri nei tornei Sei Nazioni under 20 del 2021 e 2022, assieme a giocatori del calibro di Lorenzo Cannone ed Alessandro Garbisi, che oggi sono diventati suoi compagni di squadra a livello internazionale.

“E' stato surreale - ha commentato relativamente al suo esordio il terza linea, con la fidanzata seduta sulle tribune dell'Aviva Stadium -. Non credo di essermi davvero reso conto che stavo giocando in un ambiente simile. E' stato un momento di grande orgoglio per la mia famiglia e sono stato molto felice che fossero là con me. Mio nonno mi ha seguito da vicino ed era anche lui molto fiero, anche se magari non dice molto. Era un po' deluso dal risultato contro la Francia, però si sta godendo il mio percorso personale".

IL RICHIAMO DI EXETER

Mentre continuava il suo viaggio nel mondo del rugby, Ross aveva allo stesso tempo l'obiettivo di continuare nel suo processo educativo. Per questo, frequenta l'università di Exeter, nel sud-ovest dell'Inghilterra, dove voleva provare a giocare un po' a rugby come divertimento e nel frattempo laurearsi in Economia.

Ma naturalmente non c'è voluto molto agli ex campioni europei degli Exeter Chiefs per rendersi conto di avere a due passi da casa un talento senza contratto e lo hanno contattato velocemente.

Altrettanto rapidamente ha fatto vedere ciò di cui era capace al Sandy Park, dove fa parte della nuova ondata di giovani giocatori che voglio mettersi in luce dopo che diversi uomini chiave del passato hanno cambiato strada, e dove può contare sulla guida del Director of Rugby Rob Baxter, una persona che sa tutto quello che è necessario per giocare in terza linea.

Sinora ha giocato 17 incontri e segnato 9 mete e fa parte, allo stesso tempo, di un gruppo di ragazzi che cerca di dividersi tra gli impegni nel rugby e la volontà di arrivare alla laurea, tra cui va annoverata anche l'ala inglese Immanuel Feyi-Waboso, che all'università di Exeter sta studiando medicina.

“Mi piace un sacco, davvero - la risposta di Ross Vintcent quando gli viene chiesto come si trovi nel Devon -. Sono fortunato di poter avere università e club così vicini e che poi hanno pure un'ottima relazione tra loro. Siamo un gruppo giovane, che lavora duramente e ci si diverte anche molto. Mi piace molto Rob Baxter e abbiamo dei tecnici davvero di ispirazione. Cerca sempre di lasciare ai giocatori libertà di esprimersi in campo e, dato che è rispettato da tutti moltissimo, ognuno cerca di esprimersi al meglio, ma capiamo anche che è una competizione di alto livello e che le partite vanno vinte. Ha instillato la giusta mentalità dentro di noi e penso che tutti cerchino di farla propria".