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LYNAGH: SABATO, RIPARTIAMO DALLA VITTORIA

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Dopo il debutto da sogno con tanto di meta alla sua prima in maglia azzurra, Louis Lynagh ripensa alla sfida dell'Olimpico e guarda avanti al Super Sabato di Cardiff.

Contro la Scozia alla quarta giornata del Guinness Sei Nazioni, l'ala ha marcato una meta, aiutando la sua squadra a giungere alla vittoria per 31-29, la prima a Roma dal 2013 (22-15 contro l'Irlanda allora). Il tutto davanti alla sua famiglia, al papà Michael, ex mediano di apertura dell'Australia, e alla madre Isabella.

Tale successo ora mette in buona posizione gli Azzurri per raggiungere il loro miglior risultato nel Sei Nazioni dall'ingresso nel 2000. Tuttavia, per riuscirci dovranno ripetere l'exploit del 2022 battendo a Cardiff un Galles ancora alla ricerca della prima affermazione.

"Ci siamo detti che era importante festeggiare una vittoria così importante, la prima a Roma nel Sei Nazioni dal 2013 e quindi una grande occasione per molti dei ragazzi - le parole di Lynagh -. E in effetti abbiamo gioito, ma Gonzalo (Quesada, capo allenatore dell'Italia, ndr) ci ha subito riportati con i piedi per terra nella riunione post partita, sottolineando che probabilmente avremo un'occasione ancora più grande questo fine settimana a Cardiff. Potremmo diventare la prima squadra italiana a vincere due partite e pareggiarne un'altra nel Sei Nazioni, e credo sia un incentivo forte per tutti noi. Pertanto dobbiamo dimenticarci l'ultima partita e concentrarci sulla prossima, che non vedo l'ora di disputare".

LA SFIDA PER IL CUCCHIAIO DI LEGNO

Galles contro Italia sarà la prima partita del Super Sabato, che chiuderà questa edizione del Sei Nazioni, e la giornata in cui una tra quattro squadre potrà conquistare matematicamente il titolo.

Le due nazionali potrebbero entrambe chiudere in ultima posizione a seconda del risultato finale al Principality Stadium.

Due anni fa, l'incredibile azione di Ange Capuozzo capitalizzata dalla meta di Edoardo Padovani e con l'aggiunta della trasformazione di Paolo Garbisi diedero all'Italia la vittoria per 21-22, terminando una serie di 35 sconfitte consecutive nella manifestazione e diventando anche la prima ottenuta nella capitale gallese.

Lynagh non ha ancora mai giocato nello stadio nazionale del Galles, ma è stato nel vicino Arms Park con gli Harlequins contro Cardiff.

“Molti compagni e anche mio padre mi hanno spiegato cosa significa giocare in Galles - continua -. Le tribune sono molto vicine al campo e l'ambiente è ostile, ma è anche uno dei migliori stadi al mondo con un'atmosfera straordinaria. Ovviamente loro sono avvantaggiati da tutto questo, cercheranno di vincere per non chiudere il torneo senza vittorie e pertanto sarà una partita incredibilmente importante per loro. Sarà un match eccezionale ed entrambe le squadre cercheranno di ottenere il punto di bonus, pertanto mi aspetto molto spettacolo e tanto bel rugby".

RITORNO A CASA

L'esordio del ventitreenne è arrivato dopo la firma con il suo club di casa, il Benetton Treviso, città in cui è nato e una delle due franchigie che disputano lo United Rugby Championship.

La notizia è stata resa pubblica ad inizio febbraio e poco dopo è arrivata la convocazione da parte di Quesada per la partita della terza giornata a Lille contro la Francia. Non ha fatto parte dei ventitre in campo nel pareggio per 13-13, ma ha avuto la sua possibilità due settimane dopo quando a Roma arrivava la Scozia.

Il suo primo compito è stato quello di limitare la potente ala scozzese Duhan van der Merwe, che si trovava sul suo stesso lato e che voleva provare ad aumentare il totale di cinque mete marcate nel torneo.

“Prima della partita, io, Nacho (Juan Ignacio Brex, ndr), Monty (Ioane, ndr) ed Ange (Capuozzo, ndr) ci siamo detti che dovevamo mettergli pressione, togliendogli occasioni e penso ci siamo riusciti abbastanza bene. E' stato un ottimo esordio contro una squadra che veniva da un buon momento di forma e con alcuni dei migliori giocatori al mondo e lui è tra le migliori ali del panorama internazionale. Il tutto ha dato a me e alla squadra molta fiducia".

La sua meta è arrivata in un momento cruciale. Il mediano scozzese George Horne si era appena visto annullare una meta che, se trasformata, avrebbe portato gli ospiti avanti 29-16. Due minuti dopo, la marcatura di Lynagh ha riportato l'Italia ad un solo punto di distanza ed ha dato l'abbrivio alla rimonta.

Senza contare la bellezza del gesto tecnico-atletico, con il giocatore che riusciva a recuperare un calcetto a seguire di Garbisi e battere poi in velocità Finn Russell e Kyle Steyn.

“Durante l'intervallo abbiamo capito che a volte lasciavano scoperto lo spazio dietro la prima linea di difesa, soprattutto nella loro metà campo. Ho dato un'occhiata quando ho visto avvicinarsi Paolo e ho urlato "calcio". Lui ha guardato a sua volta ed eseguito alla perfezione. Il rimbalzo mi ha favorito e ho dovuto solo correre fino alla linea".

LA DOLCE VITA

Quando ritroverà in estate il Benetton, per lui sarà un ritorno nella sua nazione d'origine da quando aveva 4 anni, quando cioè la sua famiglia si trasferì in Inghilterra.

Quando il papà giocava a Treviso incontrò la mamma e fu lì che nacque Louis. Da quando ha 4 anni è cresciuto nella zona sud-ovest di Londra ma durante le vacanze estive faceva visita al nonno Giordano e pertanto non gli manca la conoscenza dell'italiano.

E' stato chiamato alcune volte nel gruppo allargato dell'Inghilterra allenata da Eddie Jones, ma senza mai giocare. Anche l'Australia si era informata, ma al contrario del fratello Tom, che gioca apertura con i Queensland Reds, ha optato per rimanere agli Harlequins.

Ad informarsi su di lui aveva già pensato il precedente commissario tecnico italiano, Kieran Crowley, ma Lynagh aveva preferito focalizzarsi sul club, e non ha optato per l'Italia fin quando non ha parlato con il tecnico di Treviso ed ex capitano degli Azzurri, Marco Bortolami.

“Fino ad oggi in tutta la mia carriera avevo mantenuto tutte le opzioni aperte e giocare a livello internazionale con qualsiasi nazione, che sia l'Italia, l'Inghilterra o l'Australia è il più grande onore possibile. Come allenatore, Marco è molto ambizioso e sa che tipo di gioco vuole proporre e ciò che richiede ai suoi giocatori. Lo stesso dicasi del manager Antonio Pavanello, che ha fatto un ottimo lavoro in termini di acquisti ed entrambi costituiscono alcune delle ragioni per cui ho deciso di trasferirmi. L'impressione che ho avuto è che mi stessero davvero cercando per completare il puzzle ed è sempre una bella sensazione per un giocatore. Pertanto questa è la decisione che ho preso, che sia in meglio o peggio, ed è una sensazione incredibile far parte di questa scena mondiale che è il torneo Sei Nazioni. Sono cresciuto guardandolo da bambino e ora ne faccio parte. E poi ci si sente ancora meglio pensando di aver fatto un buon esordio e di esserci stato in una giornata storica per l'Italia. E' stato davvero qualcosa di molto speciale. Ora dobbiamo continuare su questa strada e finire il Sei Nazioni nel migliore dei modi".