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MI RIPRENDO L'ITALIA

Tommaso Menoncello
L’infortunio alla spalla in estate gli ha fatto saltare la RWC, ma ora Tommaso Menoncello è tornato ed è il miglior regalo sotto l’albero per il nuovo commissario tecnico azzurro Gonzalo Quesada

Il rientro in campo è avvenuto con tanto di meta nel primo derby natalizio vinto a Parma da Treviso contro le Zebre, prestazione da player of the match e soprattutto in tempi record. Aspetto quest’ultimo che, in fin dei conti, non dovrebbe nemmeno stupire, dato che Tommaso Menoncello è il giocatore dei record per il rugby italiano. A 18 anni la sua prima meta con la maglia biancoverde contro i Dragons e soprattutto nel 2022 contro la Francia, a 19 anni e 170 giorni, segna la sua prima meta al torneo Sei Nazioni, sopravanzando Gael Fickou, George North e Stuart Hogg e diventando così il marcatore più giovane di sempre nella kermesse.

In entrambi i casi schierato all’ala, mentre oggi viene più utilizzato come primo centro, dopo essere cresciuto soprattutto come secondo nel settore giovanile del XV della Marca.

“Il mio ruolo preferito è sicuramente quello di centro, ma prima giustamente data la poca esperienza mi hanno schierato ala perché comunque c’erano giocatori più performanti e credo sia stato il giusto percorso per poter arrivare qui. Personalmente sono confidente nelle mie abilità e sto lavorando per arrivare a giocare come 13, ma ora c’è Nacho Brex che, a mio avviso, è a livello difensivo il secondo centro più forte in Europa e ha una visione e una lettura superiore a tutti. Per me, poi, ora non è importante se giocare primo o secondo centro. Come non do particolarmente peso al fatto di essere il più giovane marcatore del torneo, anche se quella meta è il mio ricordo più bello, dato che purtroppo poi mi sono infortunato e ho giocato solo quella partita con la Francia in quell’anno e non ho, quindi, fatto parte del gruppo di Cardiff. Il Sei Nazioni è la piazza più importante a livello europeo ed internazionale e spero di poter tornare presto a disputarlo perché incontri giocatori e squadre del massimo livello ed è sempre una grande emozione”.

Il suo rientro ha anticipato di netto i tempi, anche se rimane di fatto il rammarico per una Coppa del Mondo saltata all’ultimo.

“Devo ringraziare i fisioterapisti e lo staff medico. Certo c’è delusione sicuramente dato che sapevo di poter disputare la Rugby World Cup e invece infortunarsi poco prima non fa mai piacere, però sono cose che fanno parte dello sport e del percorso, ora sono superate e guardo avanti, a cercare di rientrare e dare il massimo. Ho seguito alcune partite ma solo da spettatore e non sono riuscito a vedere più di tanto i ragazzi ed è stato un piacere ritrovarli nel primo momento assieme a Verona. Di Gonzalo Quesada ho sentito parlare molto bene, si è presentato e ha spiegato cosa vuole portare al rugby italiano. È logico che non ci siano troppi cambiamenti in questo Sei Nazioni, dato il poco tempo a disposizione, ma comunque penso vorrà portare un po’ del suo pensiero, della sua filosofia. Personalmente spero di far parte del gruppo, ho voglia di rimettermi in mostra anche a livello nazionale e spero possa esserci questa possibilità”.

Dopo il mondiale, il Sei Nazioni rimane sempre un po’ un terno al lotto e non è mai semplice capire effettivamente come potrebbero svilupparsi le situazioni sul campo.

“Francia e Irlanda sono indubbiamente di un altro livello, mentre forse più in difficoltà, pure per la situazione per così dire politica, potrebbe esserci il Galles, ma è un torneo indecifrabile e non c’è mai la possibilità di fare previsioni reali. Noi cercheremo di dare il massimo e speriamo di riuscire a far meglio dello scorso anno, in cui comunque abbiamo giocato alla pari in tutte le partite. Ora l’Italia ha maggiore profondità e più scelta, un aspetto che si vede a livello di club con Benetton e Zebre, e la competitività perciò è alta. L’obiettivo è un torneo di livello con voglia di rivalsa rispetto alla Coppa del Mondo, ma anche con un nuovo allenatore e la spinta di emergere. L’Italia deve puntare a migliorare in tutti gli aspetti del gioco per poter arrivare a competere con le migliori al mondo come gli All Blacks, il Sudafrica, la Francia e l’Irlanda. In ogni allenamento dobbiamo spingere al massimo e non dare mai nulla per scontato. Anche Tommaso Menoncello ha ampi margini di miglioramento, in tutti i punti del ruolo. Per giocare come centro servono visione di gioco, lettura difensiva e studiare bene gli avversari: tutti aspetti in cui posso fare ancora di più, mentre credo di avere delle discrete abilità fisiche e quelle tecniche devono costantemente essere migliorate ed aggiornate”.