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SOLO PER MOMENTI UNICI

Lorenzo Casilio
Lorenzo Casilio a Béziers è stato l'autore della prima meta contro la Francia, che ha dato il via ad una serata epica per la nazionale under 20 italiana.

Ma non solo, il mediano di mischia era in campo ed è stato votato player of the match la scorsa estate alla Coppa del Mondo di categoria nella sfida contro i padroni di casa del Sudafrica, in un'altra giornata che difficilmente gli Azzurrini potranno dimenticare.

"La soddisfazione è uguale, abbiamo fatto la storia in entrambi i casi - dice il numero 9 che gioca a Vicenza, ma che fa parte dell'Accademia under 23 di Treviso -. Forse è stata un po' più particolare quella con il Sudafrica, viste le condizioni atmosferiche. In entrambi i casi siamo andati a vincere in casa loro e in Francia in un clima al quale non siamo per nulla abituati, con uno stadio pieno e che incitava dal primo all'ultimo minuto".

Studente di economia e sport management, fa parte dell'accademia della Marca da un paio d'anni, la scorsa stagione in prestito con il Rugby Paese, e in biancoverde ha ritrovato il fratello Nicolò, anche lui mediano di mischia e arrivato dalle Zebre Parma dopo i trascorsi con Calvisano e Colorno.

"Mi dà molti consigli, ci vediamo e confrontiamo ogni giorno, perché comunque ho deciso di vivere a Treviso. Faccio tutta la prima parte di settimana e il grosso del lavoro con il Benetton e poi per la parte finale vado a Vicenza. Anche in questo periodo mi allenerò con la prima squadra biancoverde, vista la sosta del torneo Sei Nazioni. Per ora, comunque, a Treviso sono felice e non so cosa dire sul mio futuro".

In passato pure esperienze inglesi con l'Academy dei Wasps e con l'Oxford City College, dove studiava, ma la sua nascita, anagrafica il 4 febbraio 2004, e rugbistica dall'età di 5 anni, è aquilana tra Polisportiva L'Aquila e Rugby Experience.

"Penso che una piazza come L'Aquila manchi molto al rugby italiano. E' un luogo che significa tradizione, tanta storia e l'emozione di giocare allo Stadio Fattori è una cosa unica".

Il suo soprannome è Spadino, battezzato così in biancoverde da Fabio Ongaro, tecnico della mischia del Benetton, e venerdì scorso ha saputo cogliere al meglio l'opportunità. Un pallone mal controllato da una mischia avanzante, velocità e istinto per recuperare e andare a schiacciare in bandierina.

"Era l'unico spazio che avevo visto libero. La palla era uscita dalla mischia e ho pensato soltanto a raccoglierla, è stata la prima cosa che mi è passata per la testa, così come quella di puntare a dove ci fosse del vuoto. E' stata una partita giocata punto a punto, gestita bene, nonostante la tensione, e anche quando abbiamo preso il cartellino giallo nel secondo tempo e loro si sono fatti sotto, siamo stati bravi a rimanere in contatto. Credo fossimo consapevoli sin dall'inizio che si poteva vincere. Venivamo da una buona prova e da una partita persa con tanto rammarico contro l'Irlanda. In spogliatoio ci siamo detti che dovevamo ripartire dall'ultima azione a Cork e cercare di rifarci".

E all'ottantesimo, su quel pallone perso dalla Francia in touche, l'urlo incontenibile di gioia.

"Siamo esplosi. Noi siamo ancora tutto sommato una realtà piccola se paragonati alle altre nazioni e battere la Francia in casa è stato davvero qualcosa di straordinario. I festeggiamenti sono andati avanti tutta la sera, perché poi ognuno è rientrato al club di appartenenza. Già venivamo da un viaggio pesante tra aerei e treni, ma ne è sicuramente valsa la pena. Il clima era di gioia pura, gli allenatori erano felici, l'unica pecca il non aver avuto un po' di musica perché c'eravamo dimenticati la cassa".

Però c'era Davide Ascari.

"Si - ride -, ha fatto lui da colonna sonora sulle note della Turandot".

Ora si torna in Italia, con la speranza che Monigo si presenti con lo stesso clima dello Stade Raoul Barrière, per affrontare la Scozia, e poi la chiusura in Galles: sulla carta due partite più alla portata.

"Sulla carta soltanto. Saranno sempre partite da giocare punto a punto tutte le volte. Intanto spero che lo stadio di Treviso sia esaurito. Sono andato a controllare la biglietteria e mi pare che sia già bello pieno oltre la metà dei posti. Credo che questa squadra si meriti un tifo caldo come quello delle nostre avversarie quando giochiamo fuori. Per quanto riguarda le partite, invece, non dobbiamo sottovalutare l'inizio. Dobbiamo continuare ad avere la giusta mentalità, che alla prima in casa contro l'Inghilterra un po' c'è mancata, non abbiamo avuto l'approccio corretto e questo c'ha portato a subire certe situazioni, ma quella non era la vera Italia. E poi dobbiamo pensare che non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo".

Che sarebbe?

"Vogliamo almeno eguagliare quanto fatto lo scorso anno o toglierci la soddisfazione di ottenere tre vittorie".