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SILLARI ENTUSIASTA PER IL RITORNO AL PRINCIPALITY

Michela Sillari
La trequarti del Valsugana Rugby Padova campione d’Italia ha debuttato in maglia azzurra nel Sei Nazioni del 2012, accumulando finora 80 presenze.

Michela Sillari è una delle giocatrici più esperte dell’Italia, nonché la seconda miglior marcatrice di sempre della nazionale femminile. L’abbiamo raggiunta al telefono per una veloce chiacchierata sulle prospettive future dell’Italia, con un occhio di riguardo per l’incontro di chiusura del Sei Nazioni femminile 2024, che vedrà le azzurre di scena al leggendario Principality Stadium di Cardiff.

Ciao Michela, quanto sei felice di avere la possibilità di tornare a giocare nel tempio del rugby gallese?

Giocare in uno stadio che normalmente vedi in tv fa sempre un certo effetto, anche se ho la fortuna di averlo già fatto altre due volte in passato. È un palcoscenico fantastico, sarà uno stimolo in più per far bene.

Nel 2018, proprio al Principality Stadium hai segnato la meta che ha suggellato la vittoria dell’Italia sul Galles a tempo quasi scaduto. Quali sono i tuoi ricordi di quel giorno?

Tantissima felicità, assieme ad una sensazione di una rivincita visto che eravamo uscite sconfitte dallo stesso stadio nel 2012 . C’era molto desiderio di far bene, soprattutto da parte di noi “vecchie” che avevamo giocato in quella partita. Ora il bilancio al Principality Stadium è di 1 a 1, speriamo che il 2 a 1 sia in nostro favore.

Hai vissuto alcuni momenti memorabili contro il Galles, tra cui la realizzazione del calcio decisivo per la vittoria nel Sei Nazioni 2022. Come pensi andrà la partita di Cardiff?

Con il Galles è sempre dura, le partite sono molto combattute ed in genere la differenza nel punteggio finale è minima. Nell’ultimo Sei Nazioni non è andata bene, abbiamo perso 10-36 in casa, quindi la voglia di riscattarci è tanta.

Nel 2018, più di 11.000 persone hanno assistito alla partita al Principality Stadium, nell'ambito di un doppio incontro con la nazionale maschile. Cosa diresti per incoraggiare ancora più persone ad andare allo stadio nel 2024?

Sicuramente il meteo sarà migliore, visto che si giocherà a fine aprile invece che a inizio marzo (ride, ndr). Scherzi a parte, negli ultimi anni il livello del rugby femminile è cresciuto molto, anche grazie agli investimenti delle federazioni. Il tasso tecnico si è decisamente alzato e le partite sono più divertenti da vedere anche dalla tribuna.

Nel gruppo dell’Italia si sta facendo largo una nuova generazione di talenti che può continuare il grande lavoro tuo e delle tue compagne di squadra. Quale di queste giocatrici ti ha colpita in particolare?

Ci sono diverse giocatrici ancora “anagraficamente” giovani che sono con noi già da diversi anni, per cui fare i nomi di Vittoria Ostuni Minuzzi, Alyssa D’Incà o Francesca Sgorbini sarebbe quasi scontato. Tra le ragazze entrate nel gruppo da poco, invece, dico Emma Stevanin, che gioca in un ruolo complicato come l’apertura nel mio club, il Valsugana Rugby Padova.

Nella stagione 2016/2017 hai vissuto e giocato in Regno Unito, vincendo il campionato con le Aylesford Bulls (ora Harlequins Women). Puoi raccontarci com'è stata quell'esperienza?

Innanzitutto, devo dire che per fortuna molte cose sono cambiate, da quando sono stata in Inghilterra. Volevo fare un’esperienza in un campionato in cui il livello del rugby giocato fosse più alto che in Italia, e da quel punto di vista mi ha dato tanto. Tuttavia, c’è un po’ di rammarico per esserci andata prima della vera e propria esplosione della Premiership, quando quasi tutte le giocatrici erano puramente amatoriali. Lavoravo 40 ore a settimana in un fast food per pagare l’affitto, quindi non mi sono potuta concentrare a pieno sul rugby come invece fanno ora le mie compagne di nazionale che giocano in Inghilterra.

Per concludere, quali sono le prospettive dell’Italia per la nuova stagione?

Per il momento siamo focalizzate sulla tournée in Sudafrica, che sarà un momento importante per riprendere confidenza dopo un Sei Nazioni difficile e per far fare esperienza alle giocatrici più giovani. Questi incontri saranno fondamentali per farci trovare pronte per il Sei Nazioni 2024.